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Confronto della classificazione di gravità GOLD e STAR nei pazienti BPCO sottoposti a riabilitazione

Commento

La BPCO rappresenta una patologia ad elevata complessità sistemica ma che ancor oggi viene rappresentata, in termini di gravità, sulla base delle caratteristiche della funzione polmonare. Quest’ultima viene per lo più oggi identificata secondo la classificazione GOLD in 4 stadi. Di recente tuttavia una differente classificazione funzionale denominata STAR (STaging of Airway obstruction by Ratio) è stata proposta come strumento di valutazione della gravità del paziente, mostrando un potere predittivo sulla mortalità simile alla classificazione GOLD, ma con una gradazione più uniforme e una maggiore efficacia nel distinguere i sintomi e l’impatto della patologia a prescindere dalla razza e da altre caratteristiche demografiche del paziente.
In questa interessante analisi retrospettiva effettuata su oltre 1500 pazienti BPCO ammessi a riabilitazione respiratoria (un terzo circa complicati da insufficienza respiratoria e con buona rappresentanza del sesso femminile), si dimostra che la classificazione di gravità STAR determina una riclassificazione in circa la metà dei pazienti rispetto a GOLD, per lo più verso gradi meno gravi e con salto di oltre una classe. Tuttavia la classificazione STAR non offre alcun vantaggio rispetto a GOLD nel predire gli esiti (outcome) riabilitativi, in particolare rispetto al beneficio su sintomi (scala MRC) e tolleranza/capacità di esercizio (test del cammino 6MWD) che sono le principali misure suscettibili dell’intervento di cura riabilitativa. In sostanza la classificazione GOLD meglio consente di individuare/anticipare l’esito riabilitativo su indicatori di esito rilevanti per il paziente.

Background

Oltre alla riconosciuta classificazione GOLD (Global Initiative for Obstructive Lung Disease), è stato proposto lo schema di gravità STAR (Staging of Airflow Obstruction by Ratio) per la categorizzazione della BPCO.

Quesito dello studio

Qual è la concordanza e l’utilità delle classificazioni GOLD e STAR nei pazienti con BPCO grave che accedono al contesto riabilitativo?

Materiali e metodi

In questo studio retrospettivo multicentrico sono state esaminate le cartelle cliniche, esaminando le variabili funzionali chiave e i loro cambiamenti in un’ampia coorte di pazienti con BPCO sottoposti a riabilitazione polmonare.

Risultati

Un totale di 1.516 partecipanti (33,7% di sesso femminile; età media, 72,0 anni) sono stati inclusi nell’analisi. Rispetto a GOLD, l’uso della classificazione STAR ha determinato una diversa categoria di gravità della malattia per il 53,4% dei pazienti. Utilizzando il Kappa di Cohen non ponderato di 0,25 e il Bangdiwala B di 0,24 (due misure di concordanza tra due campioni categoriali dipendenti che viene utilizzato ogni volta che si desidera sapere se le misurazioni di due valutatori sono concordanti) si è riscontrata una discreta concordanza tra le 2 classificazioni. Misure di concordanza ponderate più elevate (rispettivamente 0,47 e 0,78) hanno suggerito che le discrepanze tra le classificazioni si sono verificate principalmente per stadi contigui. GOLD ha mostrato una discriminazione superiore tra stadi per insufficienza respiratoria cronica, mentre STAR ha mostrato prestazioni migliori nel rilevamento dell’iperinflazione. In termini di applicazione in contesti di riabilitazione polmonare, GOLD ha mostrato prestazioni superiori rispetto a STAR nell’identificazione della minima differenza clinicamente importante nella distanza percorsa a piedi in 6 minuti e nel punteggio modificato del Medical Research Council. Di conseguenza, GOLD, ma non STAR, ha agito come un predittore indipendente per il raggiungimento di una differenza minima clinicamente importante nel punteggio modificato del Medical Research Council (OR, 1,48; IC al 95%, 1,12-1,94; P = 0,005) e ha anche previsto in modo indipendente i cambiamenti nel punteggio della scala di Braden (β = 0,154; P = 0,004).

Interpretazione

STAR ha mostrato una gradazione più uniforme della gravità della malattia e prestazioni migliori nel rilevamento dell’iperinflazione, ma i nostri risultati preliminari non ne avallano l’utilizzo in ambito riabilitativo.